Caricamento Eventi
  • Questo evento è passato.

Enigma Fortuna

Musica sacra e profana di Antonio Zacara da Teramo, e Johannes Ciconia

Chiesa di Santa Caterina da Siena, Napoli
20.30 - 21.30
  • Biglietto intero: € 10 €
  • Biglietto ridotto (Over 65, studenti fino a 25 anni, Wunderkammer carta, CartaEffe, Artecard, abbonati Teatro Stabile di Napoli, soci Fai): € 7 €


La fonte musica
Alena Dantcheva soprano
Francesca Cassinari soprano
Gianluca Ferrarini tenore
Massimo Altieri tenore
Efix Puleo viella da braccio
Teodoro Baù viella da gamba
Federica Bianchi clavicymbalum

Michele Pasotti liuto e direzione


BIGLIETTI DISPONIBILI IN SEDE E IN PREVENDITA

È possibile acquistare i biglietti in prevendita:
– online sul sito TicketOnLine – Azzurro Service entro e non oltre le ore 12.00 del giorno del concerto;
– presso i punti vendita Azzurro Service indicati;
– presso il punto vendita Concerteria (via Michelangelo Schipa 15) o telefonicamente al numero +39 0817611221

BIGLIETTO RIDOTTO
Il biglietto ridotto (€ 7) potrà essere acquistato esclusivamente al botteghino presso la Chiesa di Santa Caterina da Siena prima dell’inizio del concerto, o nel punto vendita certificato: Concerteria, via Schipa


Maggiori informazioni
segreteria@turchini.it

Programma
Antonio Zacara da Teramo
Je suy navrés/Gnaff’a le guagnele

Johannes Ciconia
O Rosa bella

Anonymous (Faenza117)
Senza Titolo (instrumental)

Zacara da Teramo
Movit’a Pietade

Anonymous (London Add 29987)
Tre Fontane (instrumental)

Johannes Ciconia
Lizadra Donna

Zacara da Teramo
Nel cucul io te sconiuro
Ciaramella

Anonymous (Faenza117)
Ave Maris Stella (instrumental)

Antonio Zacara da Teramo/Anonymous
Nostra Avocata

Johannes Ciconia
Gloria “Spiritus et alme”

Anonymous (Faenza117)
Benedicamus Domino (instrumental)

Antonio Zacara da Teramo
Gloria ‘Ad Ongni Vento’
Credo III          

Scarica i testi dei brani in programma 


Enigma Fortuna

Note di sala
Antonio Zachara da Teramo (ca. 1360/1416?) è, insieme a Johannes Ciconia e Matteo da Perugia, uno dei musicisti eminenti della tarda Ars Nova italiana. La sua musica,  caratterizzata da una varietà di stili, registri e forme la più ampia possibile, ebbe una vasta diffusione e fu copiata anche in luoghi molto lontani dalla sua origine (Polonia, Inghilterra).

La persona e la personalità di Zacara sono eccezionali. Pur essendo segnato da una disabilità che gli lasciava meno di dieci dita tra mani e piedi e da una statura molto minuta (forse la ragione del soprannome ‘Zacara’), nel 1390 è descritto come ‘optimo perito et famoso cantore, scriptore et miniatore’. Fu cantore nella cappella papale e lavorò a Santo Spirito in Sassia. Nel 1463, cinquant’anni dopo la sua morte, “le sue composizioni erano considerate oracoli” (da cui il titolo del nostro programma) e nel XVIII secolo è ancora conosciuto come un “compositore di grande successo e uno scriba elegante”. 

L’influenza e il carattere innovativo della musica di Zacara si possono misurare soprattutto nelle sue parti di messa. I suoi Gloria e Credo (non sopravvivono, come tipico di quest’epoca, intonazioni polifoniche di altre parti di messa) sono generalmente di dimensioni maggiori di quelli dei suoi contemporanei, utilizzano l’imitazione in maniera estensiva, hanno ampie sezioni omoritmiche, sono contaminati talvolta da ritmi di sapore popolare e in molti casi sono costruiti con la tecnica della parodia, su cui ritorneremo. L’uso frequente delle terze, anche in combinazione con le seste, e alcune forme ripetitive (come nel Credo II) fanno pensare a un contatto o un influsso inglese e comunque anticipatore delle nuove tendenze della musica europea.

Il Credo II, tra le composizioni più celebri del maestro teramano, con i suoi bordoni alternati ai passaggi a due voci sole, e le molte ripetizioni resta nelle orecchie in tutta la sua potenza. Questo brano raggiunse persino la lontana Polonia, dove sono conservate infatti le migliori fonti, intorno agli anni venti del Quattrocento. Anche il Credo III è tramandato in diverse fonti. Una di queste, il codice α 5.24 della Biblioteca Estense di Modena, ha la parte del cantus ornata da bellissime diminuzioni. E’ un documento straordinario della pratica della diminuzione nel repertorio sacro dell’inizio del Quindicesimo secolo. Non si tratta dell’aggiunta di qualche nota, ma di una riforma radicale della linea del canto, che acquista la varietà, grazia e vaghezza – requisiti costanti dell’arte della diminuzione – e avvicina il canto sacro alla più belle, flessuose melodie del repertorio profano.

Il suo lascito di parti di messa e di ballate è ugualmente importante e ricco. Per quanto riguarda il repertorio profano Movit’a pietade, ballata tramandate dal codice Squarcialupi conservato a Firenze, illumina uno degli aspetti di questo maestro dai molti volti. E’ quello classico dell’amore infelice, intonato da melodie malinconiche e sinuose, in una sapiente miscela dolce-amara che Zacara condivide con i suoi contemporanei.

Invece la fortuna e gli enigmi, il modo in cui sono messi in musica, sono propri del maestro teramano. L’intero corpus delle sue ballate è stato descritto da Francesco Zimei come “Variazioni sul tema della Fortuna”. Variano infatti i modi in cui Zacara si riferisce alla dea bendata: dalla diretta e violenta accusa con riferimenti alla sua biografia, alle lacrime che non riescono a far voltare la sua ruota, all’autoironica Deducto sey – qui anche nella diminuzione strumentale anonima che si trova nel codice di Faenza -, una satira sulla sua incapacità di cogliere la buona fortuna.

Le sue ballate sono molto diverse per tono e stile, ma molte contengono riferimenti autobiografici. E’ questo un tratto decisamente eccentrico e non comune al suo tempo. Le vicende biografiche sono però spesso cifrate in enigmi, allegorie, giochi di parole, idiomi arcani (da vari dialetti al francese macheronico, al latino colto).  Antonio è stato descritto come una “personalità eccentrica che amava giocare con numeri e parole”. Un simile ritratto potrebbe far pensare a un autore dominato da una dimensione speculativa. Al contrario in Zacara sembra vincere un puro gusto per il gioco, per la musica come gioco, e non di rado una certa gaiezza tinge i suoi enigmi di colori quasi popolareschi. Esempi ne sono Nel Cucul io te sconiuro e la celebre Ciaramella, me dolçe Ciaramella, in cui Zacara si serve di enigmi per dipingere una scena erotica molto esplicita, intonata da una musica di grande vitalità. Ricorrenti sono anche gli enigmi che si servono di numeri.

Lontano dal sapore rustico di questi brani sta Sumite Karissimi, il capolavoro dell’enigmistica zacariana. Questa ballade su testo latino è la summa del suo sperimentalismo. Il testo è costituito da istruzioni per la risoluzione di un indovinello: “Prendete o carissimi padri la testa di Remulo e cantate, o fratelli musici, la testa di un console…”. Seguono ventri di vacca, teste di pecora e piedi di leone, dove naturalmente testa, ventre e piedi stanno per l’inizio, il centro e la fine di una parola. Raccolti tutti questi frammenti si compone la parola Recomendatione (omaggio) e si rivela l’intento del pezzo: un omaggio di Zacara ai suoi fratelli musici, probabilmente quelli della cappella papale, tra i pochissimi a poter decifrare una scrittura musicale di tale complessità. Sumite è forse il brano più sperimentale, audace, ritmicamente complicato di tutto il repertorio arsnovistico, con poliritmie che non torneranno se non nelle avanguardie del ventesimo secolo: un inno alla fantasia, alla sottigliezza, al gioco, alla raffinatezza, e al fare musica insieme in cui tutte le parti, molte diverse tra loro, concorrono a un risultato comune di stupefacente e sempre viva bellezza.

Alla fine di questo percorso gli oracoli di Zacara parlano di una compenetrazione tra le sfere sacra e profana: interpolazioni, citazioni, parodie attraverso le quali il fascino delle melodie delle ballate profane veste le grandi architetture e i ricchi significati dei testi liturgici creando una nuova e originale musica sacra, fluida ed elegante come una canzone, alta, profonda e potente come una preghiera.

Michele Pasotti


La fonte musica
La fonte musica è un ensemble fondato e diretto da Michele Pasotti. Al centro dell’idea di interpretazione de La fonte musica sta il “tornare alle fonti”, alle radici della polifonia, al senso dei testi lirici e delle scelte compositive, un’attenta decifrazione della retorica e della grammatica musicale per comprendere e tradurre con un’attitudine sperimentale per noi, oggi, la creatività, raffinatezza e bellezza della musica antica.
L’ensemble è stato ospite del Konzerthaus di Vienna, Boulez Saal di Berlino, Concertgebouw di Bruges e suonerà al Bozardi Bruxelles, Wigmore Hall di Londra e De Bijloke di Gent nel 2023/24. I principali festival in cui ha suonato sono:Resonanzen (Vienna), Oude Muziek (Utrecht), Ravenna Festival, Bruges MA Festival, Innsbrucker Festwochen Alter Musik, Schwetzingen Festspiele, Regensburg Tage Alte Musik, Laus Polyphoniae Antwerpen, Musikfestspiele Potsdam Sanssouci, Wratislavia Cantans (Wroclaw), Herne Tage Alter Musik, Concerts Medieval du Musée de Cluny (Parigi), Musica Sacra Maastricht, Urbino Musica Antica,Teatro la Fenice (Venezia), MiTo Settembre Musica, Festival Póvoa de Varzim, Festival de Lanvellec, Trigonale(Klagenfurt), Vespri in San Maurizio (Milano), Le festival Voix et Route Romane (Strasburgo), Brighton Early Music Festival.
Nel 2021 è uscito presso Alpha Classics “Enigma Fortuna. Zacara da Teramo Complete Works”, un cofanetto di 4 cd contenente la prima registrazione dell’opera omnia di Antonio Zacara da Teramo. «Enigma Fortuna» ha raccolto i principali premi della critica europea:  Diapason d’Or(Diapason), Editor’s Choice di Gramophone, Preis der Deutschen Shallplattenkritik, Disco del Mese di Toccata e nominato all’ICMA (International classical music awards), Le Choix de Radio France, 5 stelle di Musica.
La fonte musica ha vinto il prestigioso Premio della Critica Musicale Italiana “Franco Abbiati” come miglior ensemble del 2022.
I concerti de la fonte musica sono stati trasmessi da BBC (Gran Bretagna), Rai Radio Tre (Italia), ORF 1 (Austria), RBB kulturradio (Germania), WDR e SWR (Germania), Radio Klara (Belgio), Polskie Radio (Polonia), NPO Radio 4 (Olanda), Antena 2 (Portugal).
Il cd “Metamorfosi Trecento. Trasformazioni del mito nell’Ars Nova” (Alpha Classics) è stato premiato con ilDiapason d’Or (Diapason), Disco del Mese (Amadeus), e inserito da Diapason tra “I 100 dischi che ogni amante della musica dovrebbe conoscere”. Metamorfosi Trecento è stato anche finalista per il miglior cd dell’anno (categoria musica antica) agli International Classical Music Award (ICMA).
Il primo progetto discografico “Le Ray au Soleyl. Musica alla corte pavese dei Visconti (1360-1410)” ha ricevuto il “Supersonic Award” della rivista lussemburghese Pizzicato e Diapason gli ha assegnato 5 diapason. E’ stato anche Disco del Mese sulla rivista Amadeus e finalista per il Disco del’Anno.


Michele Pasotti
Michele Pasotti si è diplomato con il massimo dei voti in Liuto sotto la guida di Massimo Lonardi e si è specializzato seguendo seminari di Hopkinson Smith e Paul O’Dette. Presso la Civica Scuola di Musica di Milano si è poi perfezionato in Teoria e Contrappunto Rinascimentale e ha approfondito lo studio della Musica Medievale sia a Milano che a Barcellona (Esmuc). Presso l’Università di Roma “Tor Vergata” ha frequentato il corso di perfezionamento L’Ars Nova in Europa, diplomandosi con lode.
È laureato con lode in filosofia teoretica all’Università di Pavia con una tesi su Martin Heidegger.
È direttore e fondatore de la fonte musica, ensemble di musica antica.
Con la fonte musica ha suonato nelle più prestigiose sale e festival d’Europa. I dischi de la fonte musica (usciti per Alpha Classics e ORF/Alte Musik) hanno ricevuti numerosi premi internazionali e critiche eccellenti (2 Diapason d’Or, 5 Diapason, Editor’s Choice di Gramophone, Preis der Deutschen Schallplattenkritik, due volte Disco del Mese di Amadeus, Pizzicato  Supersonic Award, finalista all’ICMA, Cd del mese di Toccata, 100 disques à connaître absolument di Diapason, Le Choix de Radio France). Oltre all’attività con la fonte musica, è chiamato come direttore chiamato a concertare diverse formazioni tra cui Capella Cracoviensis e Harmonia Cordis.
Come solista (liuti, tiorba, chitarra barocca) ha un repertorio che va dal Medioevo al tardo Settecento e ha registrato un cd dedicato al grande chitarrista seicentesco Francesco Corbetta (Dynamic).
Collabora regolarmente con Il Giardino Armonico, Collegium Vocale Gent, I Barocchisti, Les Musiciens du Louvre, Balthasar-Neumann Ensemble, Les Musiciens du Prince, Akademie für Alte Musik Berlin, Ensemble Artaserse, Arcangelo, Zefiro, Sheridan Ensemble.
In festival e stagioni in Europa, Stati Uniti e Asia, è stato diretto da Claudio Abbado, John Eliot Gardiner, Giovanni Antonini, Philippe Herreweghe, Mark Minkowski, Thomas Hengelbrock, Diego Fasolis, Christophe Rousset, Andrea Marcon, Monica Huggett, Nathalie Stutzmann.
Ha suonato in oltre 70 dischi (per Deutsche Grammophon, Decca, EMI/Virgin Classics, Alpha Classics, Warner, Naïve, Sony/Deutsche Harmonia Mundi, SWR, Glossa, Ricercar, Avie, The Classic Voice, Amadeus, Phi, Passacaille) e ha preso parte a numerose trasmissioni radiotelevisive (BBC, Rai Radio 3, ORF, WDR, SWR, Radio Klara, Radio Polskie, Rete 2 della Rsi, France 2, France Musique, Mezzo, Arte).
Dal 2013 è titolare della cattedra di Liuto presso il Conservatorio “Maderna” di Cesena. Dal 2020 insegna Liuto anche anche all’Issm “Vittadini” di Pavia.
Dal 2013 al 2018 Michele Pasotti ha tenuto un corso sull’Ars Nova alla Civica Scuola di Musica di Milano. Svolge un’intensa attività seminariale sulla musica medievale e sul liuto in istituti di perfezionamento, conservatori, scuole e festival a cui affianca conferenze di approfondimento musicologico o di divulgazione anche in trasmissioni radiofoniche su Rai Radio3.

Hai bisogno di informazioni?

Contattaci

Reggio Emilia

Padova

Iscriviti alla Newsletter