Cantieri tra prassi esecutiva e storia

dal Seicento a Puccini

Comitato scientifico
Rosa Cafiero
Federica Castaldo
Paologiovanni Maione
Angela Romagnoli

con il patrocinio
Università degli Studi di Pavia
Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali

Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli
Dipartimento di Lettere e Beni Culturali

Università Cattolica del Sacro Cuore

Conservatorio di Musica “San Pietro a Majella” di Napoli


Ingresso libero


L’ambito della ricerca sulle pratiche di esecuzione in prospettiva storica rappresenta un terreno d’incontro particolarmente fecondo per le traiettorie complementari di musicisti e musicologi chiamati a esercitare una doppia curiosità quando non una vera e propria doppia competenza. E se è importante per ciascuno riconoscere le proprie peculiarità e considerare con umiltà e attenzione quelle speculari dell’altro, è anche vero i migliori risultati sul versante sia dello studio sia dell’esecuzione sono frutto delle situazioni in cui i fili si intrecciano, in un mutuo scambio di riflessioni, esperienze e competenze.

Il terreno della ‘musica antica’ si è ampliato enormemente: i criteri dell’esecuzione storicamente informata si sono estesi al repertorio classico-romantico e stanno dimostrando la loro capacità di restituire luce diversa anche ad autori considerati fino a poco tempo fa nell’alveo di una tradizione esecutiva ininterrotta e perciò non soggetta a revisioni radicali, come Brahms. Allo stesso tempo l’‘autenticismo’ rigoroso (non privo di grossolani equivoci) che aveva caratterizzato i primi periodi della cosiddetta riscoperta della musica antica ha lasciato il campo a un atteggiamento più consapevole sia della marca inevitabilmente contemporanea delle scelte interpretative (quando non spudoratamente di mercato), sia della necessità di salvaguardare l’ineludibile valore estetico delle esecuzioni.

La grande quantità di materiale disponibile con enorme facilità (fonti, trattati, registrazioni…) rende però concreto il rischio che l’attitudine alla ricerca caratteristica della seconda metà del secolo scorso si stemperi in una routine parallela a quella delle esecuzioni tradizionali. I Cantieri vogliono perciò rappresentare un laboratorio permanente in cui continuare a stimolare la ricerca e a dibattere le sorti della pratica musicale storicamente informata del secondo millennio. Ogni anno la Fondazione Pietà de’ Turchini inviterà studiosi e musicisti a confrontarsi sullo stato dell’arte dialogando sulle possibilità esecutive della musica del passato fra tavole rotonde, conferenze, sessioni di studio e laboratori pratici.

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