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Chiesa di Santa Caterina da Siena

Concerto di varij istromenti Sonate da camera del barocco napoletano

Abchordis Ensemble

Boris Begelman, violino 

Nicola Paoli, violoncello

Andrea Buccarella, clavicembalo


Concerto di varij istromenti Sonate da camera del barocco napoletano

Nella vita culturale della Napoli del ‘700 la musica occupava una posizione di primo piano: basti solo pensare alla frenetica attività operistica o allo sterminato repertorio sacro ad uso di chiese, confraternite, monasteri e vari ordini ecclesiastici. Ma è soprattutto nei salotti aristocratici e nelle accademie della città che fiorì, accanto al genere della cantata, la musica da camera strumentale. Sappiamo infatti che, presso le case dei nobili, i concerti erano spesso aperti al pubblico, l’ingresso era generalmente libero e non di rado venivano serviti caffè, dolciumi, liquori e gelati. Questo mecenatismo diede inoltre un notevole impulso anche allo sviluppo della Sonata solistica, nella quale il virtuoso poteva dare sfoggio delle proprie abilità strumentali.

Presso i quattro Conservatori della città, divenuti fucina di musicisti sin dalla metà del Seicento, si formarono compositori e virtuosi di primo piano, come Salvatore Lanzetti, Nicola Porpora e Domenico Scarlatti. In omaggio ad una tale meravigliosa vivacità culturale e creatività musicale, questo programma vuole ricreare l’atmosfera del salotto aristocratico della Napoli del ‘700, attraverso le Sonate da camera di alcuni dei più grandi compositori della Scuola Napoletana.


Note di Sala a cura di Paola De Simone

Teatro d’opera, celebri cantanti e figliuoli talentuosi dei quattro, diversi Conservatori. Ma non solo. La civiltà culturale di Napoli del primo Settecento presenta un quadro musicale ben più ampio e complesso rispetto a quanto decantato e cristallizzato dalla mitografia nata tra la fine dello stesso diciottesimo secolo e un primo Ottocento paneuropeo alimentato dalle prospettive letterarie e storiografiche alquanto di parte – a fronte dei timori di un concreto declino – contenute nei report dei vari Burney, Rousseau, Carpani, Stendhal e Goethe. Che nella capitale del viceregno e poi regno delle due Sicilie il circuito drammaturgico-musicale, serio e in special modo a seguire comico, godesse di un primo piano assoluto, non vi è alcun dubbio. Ma ciò non toglie che in parallelo, così come d’altra parte attestato dagli studi e dalle documentazioni scientifiche più recenti, si producesse una non meno articolata produzione sacra e strumentale da cameralungo il duplice asse delle centinaia di chiese della città fra il mosaico di cappelle, congregazioni, confraternite, e dei vivaci salotti culturali con accademie e concerti privatamente promossi da nobili o da esponenti di governo come il presidente della Regia Camera della Sommaria Nicolò Caravita, egli stesso fine letterato appartenente alla colonia Sebezia dell’Arcadia o, ancora, i mecenati e violoncellisti dilettanti come Domenico Marzio Carafa, duca di Maddaloni, e il marchese Ottavio de Simone.

Entro il circuito partenopeo settecentesco esiste infatti una non meno rigogliosa e sfaccettata civiltà strumentale, ben radicata nei modelli compositivi offerti nei decenni precedenti o al passaggio di secolo da Giovanni Maria Trabaci, Andrea Falconieri, Gregorio Strozzi, Pietro Andrea Ziani, Fabio Colonna, Gaetano Greco, Pietro Marchitelli, Gian Carlo Cailò, Giuseppe Antonio Avitrano, Angelo Ragazzi, dal variamente nominato Francesco Paolo Supriani, Sopriano o Scipriani, dal grande Scarlatti padre. Una civiltà che prosegue in costante fioritura e ulteriore tensione tecnico-stilistica nonché d’inventiva pur sempre nel rispetto del magistero contrappuntistico con i violinisti eccelsi Nicola Fiorenza, Emanuele Barbella, con l’eclettico Giovan Battista Pergolesi (violinista, organista, operista e voce di soprano probabilmente castrato stando al pagamento, registrato nei libri d’introito dei Poveri di Gesù Cristo, di una sua performance in tale corda ben oltre l’età prepuberale), il virtuoso da tasto Scarlatti figlio e con quel maestro di violoncello Salvatore Lanzetti, più spesso in partitura indicato come Lancetti. Il tutto, nel solco di una prassi esecutiva assai vivace a firma di virtuosi, insegnanti e finanche di operisti, ma che corre in minore esposizione rispetto ai fasti in palcoscenico perché fruita entro le pareti “d’uso” delle istituzioni didattiche, con sonate per lo più per tastiera in unione ai cosiddetti esercizi o partimenti su un basso dato, e “di consumo” tra le sale di piacevoli intrattenimenti d’alto grado e a libero invito parimenti per strumenti da tasto o, più spesso, per organici da camera con basso continuo, attestati da una moltitudine di pagine variamente indicate come sonate a tre, a quattro o solistiche, concerti, sinfonie, concertini.

È dunque in tale prospettiva che prende forma originale quanto di assoluto interesse il programma in ascolto, ritagliato com’è “in omaggio ad una tale meravigliosa vivacità culturale e creatività musicale” con l’obiettivo di “ricreare l’atmosfera del salotto aristocratico della Napoli del ‘700” e, dunque, concentrando lo sguardo sulle Sonate da camera di alcuni dei maggiori compositori della Scuola musicale napoletana.

Da un lato, in rappresentanza di uno stile virtuosistico sia in termini di scrittura che di prassi esecutiva, in equilibrio mirabile fra contrappunto, dato tecnico, contaminazione stilistica, fantasia e parodia, centrale si rivela la figura di Domenico Scarlatti, nato a Napoli nell’ottobre 1685 e così chiamato in omaggio a quel citato padrino Domenico Carafa duca di Maddaloni che lo tenne a battesimo nella chiesa di Montesanto, dove a tutt’oggi riposano le spoglie del padre Alessandro.

Nella rosa di generi da lui coltivati, opere, cantate, brani vocali di vario respiro, composizioni da chiesa compreso il magnifico Stabat Mater a dieci voci e il fondamentale corpus delle 555 Sonate da tasto, create di volta in volta in qualità di maestro di cappella o compositore di corte fra le principali città italiane e d’Europa, Iberia in primis, svetta uno stile sonatistico riconosciuto quale anello di passaggio e collegamento decisivo fra gli stili barocco e classico, con tanto di giochi pirotecnici fra le mani, i colori, le sintassi e le tonalità. Strutturalmente in un sol tempo e in forma bipartita simmetrica ma anche, nelle Sonate in trascrizione da camera per violino con basso continuo, in tre o quattro movimenti di andamento differente.

Dall’altro lato c’è Salvatore Lanzetti, anch’egli nato a Napoli (intorno al 1710), compositore e violoncellista formatosi presso il Conservatorio di Santa Maria di Loreto, membro della Cappella Palatina di Lucca, virtuoso a Torino voluto presso la Real Cappella dallo stesso re Vittorio Amedeo II, elemento dell’orchestra del Teatro Regio quindi, a seguire, concertista acclarato sia in Italia che nelle principali capitali d’Europa, riscuotendo particolare successo ai celebri Concerts Spirituels parigini. Eppure, oggi, il suo nome risulta pressoché sconosciuto. Fra i suoi maggiori lasciti? C’è senz’altro il pregio di una scrittura violoncellistica di spiccata tradizione napoletana, portata al vertice nelle XII Sonate a violoncello solo op. I edite ad Amsterdam nel 1736, cui si aggiungono i successivi ma analoghi esempi contenuti nell’op. V e nell’op. VII. Ossia, come ben riassume Cesare Fertonani nel saggio sulla musica strumentale a Napoli in chiusa ai due volumi sulla musica e sullo spettacolo del Settecento a Napoli pubblicati dalla Turchini Edizioni, innovazioni e invenzioni riconoscibili in dati precisi fra i quali, innanzitutto, “l’uso del pollice come capotasto mobile, l’impiego del registro acuto e sovracuto dello strumento, il ricorso a corde doppie e multiple, l’articolazione inventiva e ricercata”.


Abchordis Ensemble è nato nel 2011 dal desiderio di riportare alla luce capolavori del barocco italiano, inediti e ineseguiti in tempi moderni. Con questo scopo l’ensemble ha intrapreso un’attenta e scrupolosa attività di ricerca musicale, dedicandosi prevalentemente alla musica sacra italiana del XVII e XVIII secolo. Abchordis Ensemble si è esibito presso Festival e Rassegne di rilievo, tra cui: Festival d’Ambronay (Francia), Internationale Händel-Festspiele (Göttingen, Germania), Utrecht Early Music Festival (Paesi Bassi), SWR & Villa Musica (Kurfürstliche Palais di Trier, Germania), Festival classique des Haudères (Svizzera), Festival Les Goûts Réunis (Losanna, Svizzera), Mars en Baroque (Marseille, Francia), Les Riches Heures de Valère (Sion, Svizzera), Valletta International Baroque Festival (Malta), Pavia Barocca, Urbino Musica Antica, Festival Anima Mea (Puglia), Festival Alessandro Stradella (Nepi), Purtimiro Festival (Lugo), Associazione “A. Scarlatti” (Napoli). Nel 2012, con il suo primo progetto Virgo Singularis, l’ensemble ha ottenuto due residenze artistiche presso il Centro Culturale di Ambronay (Francia) e il Collegio Ghislieri di Pavia. Entrambe le residenze sono state rinnovate nel 2015 nel contesto del programma europeo dei giovani ensemble emergenti EEEmerging. Nel 2013 l’ensemble è stato invitato a partecipare al REMA Showcase (Réseau Européen de Musique Ancienne) di Marsiglia, dove ha ottenuto il premio del pubblico, e nel 2015 ha vinto l’Händel International Competition di Göttingen. Nel 2016 Abchordis Ensemble ha rilasciato il suo primo disco “Stabat Mater”, interamente dedicato alla musica sacra del barocco napoletano, con opere inedite di Gennaro Manna, Aniello Santangelo e Giacomo Sellitto in prima incisione mondiale. A maggio 2018 è uscito il loro secondo disco “Dies irae”, presentando altri inediti del barocco napoletano in prima incisione mondiale. “Dies irae” è il secondo capitolo della loro ricerca musicologia “Sacre Stravaganze” dedicata alla musica barocca italiana inedita e sconosciuta. Questi due dischi sono stati pubblicati da SONY Deutsche Harmonia Mundi e hanno ricevuto il plauso della critica internazionale. 


Boris Begelman

Boris Begelman si è rapidamente affermato come uno dei più interessanti violinisti della sua generazione. Nato a Mosca nel 1983, si diploma con il massimo dei voti al Conservatorio Tchaikovskij specializzandosi in seguito in violino barocco al Conservatorio Scarlatti di Palermo con lode e menzione d’onore. In qualità di spalla o di solista ha collaborato con orchestre quali Il Complesso Barocco, Kammer Orchester Basel, I Barocchisti, Cappella Mediterranea, B’Rock Orchestra sotto la direzione, tra gli altri, di Giovanni Antonini, Diego Fasolis, Ottavio Dantone, Riccardo Minasi esibendosi su palcoscenici internazionali quali la Berliner Philarmonie, il Theatre des Champs-Elysees, il Wiener Musikverein, il Theater an-der-Wien, il Barbican Centre e la Wigmore Hall a Londra, il Teatro Liceu di Barcellona, l’Opera Royal de Versailles, il KKL Luzern, la Tonhalle di Zurigo, il Palacio de Bellas Artes di Città del Messico. Dal 2017 è Konzertmeister di Concerto Italiano di Rinaldo Alessandrini. Ha diretto dal violino Accademia Bizantina, Il Pomo d’oro, Accademia Montis Regalis, la Jerusalem Baroque Orchestra e solisti tra cui Vivica Genaux, Max Cencic, Simone Kermes. Nell’aprile 2018 ha debuttato in Canada come direttore ospite di Arion Baroque Orchestra. Boris ha inciso per Deutsche Grammophone, Decca, Sony Classics, Alpha, Erato-Warner, Deutsche Harmonia Mundi, Virgin Classics, Aparte, Naïve Classics, Pentatone. Nel 2014 fonda l’ensemble Arsenale Sonoro, specializzato nell’esecuzione del repertorio Settecentesco, con cui ha inciso il suo primo disco solistico, una selezione di Sonate di Telemann per violino e basso continuo (2015 Deutsche Harmonia Mundi – SONY Music) cinque stelle sulla rivista Musica ed accolto dalla stampa internazionale con entusiastiche recensioni. Per la medesima etichetta esce nel 2017 “Sei solo” con la registrazione integrale delle Sonate e Partite di J. S. Bach, premiato tra i Discos exceptionales della rivista spagnola Scherzo. Il suo ultimo album solistico “Le nuove vie”, sei concerti virtuosistici vivaldiani accompagnati da Concerto Italiano e diretti da Rinaldo Alessandrini,  è stato pubblicato nel giugno 2021 da Naïve come parte del prestigioso catalogo Vivaldi Edition. L’incisione sta ricevendo grande plauso da parte della critica di tutto il mondo, figurando come “Concerto Choice”. Tra i prossimi impegni in qualità di direttore e solista citiamo concerti con Arion Baroque Orchestra a Montreal, un concerto con Arsenale Sonoro e Francesca Aspromonte per il Valletta Baroque Festival 2022, un concerto con l’Orchestra Barocca dei Conservatori Italiani a Dubai oltre a diversi recital a violino solo, tra cui quello per il Südtirol festival di Merano.


Nicola Paoli

Nato a Genova nel 1988, Nicola Paoli si diploma nel 2009 presso il Conservatorio N. Paganini di Genova sotto la guida di Matteo Ronchini, e dal 2009 al 2014 studia violoncello barocco con Gaetano Nasillo presso le Scuole Civiche di Milano. Frequenta poi corsi di perfezionamento con Jaap Ter Linden, Catherine Manson, Wilbert Hazelzet, Manfredo Kraemer, Balázs Máté, François Fernandez, Barthold Kuijken, Marc Hantai e Chiara Banchini. Nel 2013 vince le audizioni per la European Union Baroque Orchestra, con la quale si esibisce in più di cinquanta concerti con Lars Ulrik Mortensen, Stefano Montanari, Gottfried von der Goltz, Rachel Podger, Zefira Valova, Bojan Čičić, Johannes Pramsohler e Huw Daniel, in alcuni dei festival di musica antica più prestigiosi d’Europa, tra i quali Festival Oude Muziek Utrecht, Mafestival Brugge, Stockolm Early Music Festival, Poznan Baroque, Valletta International Festival, Festival Van Vlaanderen – Antwerpen. Studia poi presso la Schola Cantorum Basiliensis con Christophe Coin, dove, nel 2016, ottiene un Master Performance Specializzato di violoncello storico, e, nel 2018, un Master di Pedagogia di violoncello moderno e violoncello storico, studiando anche con Katharina Gohl Moser. I suoi interessi per la prassi esecutiva storica includono la musica classica e romantica e lo portano presso il centro culturale Abbaye aux Dames (Saintes), dove sta frequentando un master di ricerca in collaborazione con le università di Poitiers e Tours e dove ha occasione di suonare con Philippe Herreweghe, William Christie, Ronald Brautigam, Michael Alexander Willens, Alexis Kossenko, Raphaël Pichon, Nicolas Simon, Hervé Niquet. È violoncellista e co-fondatore di Abchordis Ensemble, col quale si esibisce regolarmente in tutta Europa e viene inoltre invitato da numerosi ensemble come I Barocchisti, Orchestre des Champs Elysées, La Cetra Barockorchester Basel, La Scintilla, Café Zimmermann, Musica Fiorita, Bach Akademie Luzern, Milano Classica, collaborando con artisti come  Diego Fasolis, Cecilia Bartoli, Riccardo Minasi, Juan Diego Florez, Pablo Valetti, Petr Skalka, Amandine Beyer, Leila Schayegh, Daniela Dolci.


Andrea Buccarella

Clavicembalista, organista e direttore, Andrea Buccarella è tra i più apprezzati musicisti e specialisti di musica antica della sua generazione. Nasce a Roma nel 1987 e intraprende gli studi musicali come Puer Cantor nel Coro della Cappella Musicale Pontificia Sistina (1997 – 2000). Dopo aver conseguito il diploma in organo e composizione organistica presso il Conservatorio di Santa Cecilia in Roma (2008), ottiene cum laude il biennio specialistico in clavicembalo e tastiere storiche sotto la guida di Enrico Baiano (2016). Nel 2018 consegue con il massimo dei voti e distinzione il master in clavicembalo presso la Schola Cantorum Basiliensis sotto la guida di Andrea Marcon. Nello stesso anno vince il Primo premio al Concorso Internazionale di clavicembalo di Bruges e il Premio Outhere, rilasciato da una giuria indipendente a nome del noto gruppo discografico belga, divenendo il primo italiano a vincere questi premi nella storia di questo prestigioso concorso. Svolge un’intensa attività concertistica, come solista e direttore, che lo ha portato ad esibirsi in importanti festival in Europa, Stati uniti, Corea e Giappone. Dal 2011 assume la direzione dell’Abchordis Ensemble, per il quale svolge un’intensa attività di ricerca, tesa alla scoperta di capolavori musicali del passato, inediti ed ineseguiti in tempi moderni, con particolare attenzione al repertorio sacro del ‘700 Italiano. Sotto la sua guida Abchordis Ensemble ha vinto il Primo premio all’Händel International Competition di Göttingen (2015). Con Abchordis Ensemble ha registrato due dischi interamente dedicati alla musica sacra del barocco napoletano, rilasciati da SONY Deutsche Harmonia Mundi: Stabat Mater (Gennaio 2016) and Dies Irae (Maggio 2018), con opere inedite di Gennaro Manna, Aniello Santangelo e Giacomo Sellitto in prima registrazione mondiale. Nel Settembre 2019 è stato pubblicato il suo primo disco solistico TOCCATA, per la celebre etichetta Ricercar (Outhere Music). Il disco ha ricevuto il plauso della critica internazionale ed è stato premiato con 5 stelle su BBC Music Magazine (Dicembre 2019) e con il prestigioso Diapason d’Or Découverte su Diapason Magazine (Gennaio 2020).

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