Missa di Requiem
La Missa di Requiem di Domenico Sarro Noto in particolare per i drammi in musica, le serenate, le cantate e…
INAUGURAZIONE STAGIONE 2024/25
TENGO GENIO
Silvia Frigato soprano
Ensemble Mare Nostrum
Jesus Merino, Andres Murillo Aydillo violini
Giulio Falzone tiorba
Margherita Burattini arpa doppia
Serena Seghettini viola da gamba
Amleto Matteucci contrabbasso
Lucia Adelaide Di Nicola clavicembalo e organo
Andrea De Carlo direzione
BIGLIETTI DISPONIBILI IN SEDE E IN PREVENDITA
È possibile acquistare i biglietti in prevendita:
– online sul sito TicketOnLine – Azzurro Service entro e non oltre le ore 12.00 del giorno del concerto;
– presso i punti vendita Azzurro Service indicati;
– presso il punto vendita Concerteria (via Michelangelo Schipa 15) o telefonicamente al numero +39 0817611221
BIGLIETTO RIDOTTO
Il biglietto ridotto (€ 7) potrà essere acquistato esclusivamente al botteghino presso la Chiesa di Santa Caterina da Siena prima dell’inizio del concerto, o nel punto vendita certificato: Concerteria, via Schipa
PARCHEGGI CONVENZIONATI
GARAGE GREEN PARKING NAPOLI
Via S.Carlo Alle Mortelle, 80132 – Napoli
tel: 081 418515
come raggiungerci
Il garage si trova a pochi passi dalla Chiesa di Santa Caterina da Siena. In occasione dei concerti è possibile usufruire dello sconto di 1 € sulla tariffa oraria:
– per auto piccole e medie: €3.00 invece di €4.00
– per auto grandi: €4.00 invece di €5.00.
Si prega di prenotare telefonicamente al numero 081 418515
Maggiori informazioni
segreteria@turchini.it
Programma
LE GARE DELL’AMOR EROICO (Muzio)
Genova, Teatro Falcone, 1679
Sinfonia avanti l’Atto I
Aria Si che l’ucciderò
Sinfonia avanti l’Atto II
Aria Sorte Crudele
LA FORZA DELL’AMOR PATERNO (Antioco) Genova, Teatro Falcone, 1678
Sinfonia avanti l’Opera
Aria Notte amica de’ riposi
Scena di pazzia
Sinfonia avanti il terzo atto
Aria Lasso, che feci
Per IL NOVELLO GIASONE
di F. Cavalli e A. Stradella
Sarabanda, Balletto delle Furie
Balletto d’Amorini, Sarabanda, Presto
LA SUSANNA (Susanna, Daniele)
Modena, 1681
Aria Zeffiretti
Per SCIPIONE AFFRICANO di F. Cavalli
Roma, Teatro Tordinona 1671
Sinfonia
Ballo dei Ciclopi
Comparsa dei Combattenti
Ballo degli Schiavi (Spagnolo, Francese, Tedesco, Italiano)
LA SUSANNA (Susanna)
Aria Da chi spero aita
Per IL GIRELLO di Jacopo Melani
Roma, Palazzo Colonna 1668
Ballo di satiri
Ballo di diavoli
Note di sala
Genova, 27 Gennaio 1679
«La compagnia de’ musici è esquisita […] Il primo soprano è il signor Marcantonio Orrigoni, che sta al servizio del Signore Duca di Modena, il quale canta benissimo […] e quel che si stima più ha recitato, e recita come un angelo del paradiso […]».
Incontriamo Marc’Antonio Orrigoni in questo vivido ritratto tracciato senza esitazioni da Alessandro Stradella, in una lunga lettera indirizzata a Polo Michiel, suo mecenate ed estimatore. Il cantante, soprano castrato al servizio del Duca di Modena dal 1677, era stato ingaggiato dagli “Impresari delle Commedie” del Teatro Falcone per la stagione del Carnevale 1679, come primo soprano di una compagine artistica che annoverava, tra gli altri, la famosa Caterina Angela Botteghi, detta «la Centoventi, la quale per verità è la dea delle scene e fa impazzir tutti».
Il periodo precedente l’arrivo a Genova era stato particolarmente burrascoso per Stradella: fuggito da Roma in seguito al tentativo di combinare il matrimonio tra un familiare del potente cardinale Alderano Cybo e una donna di bassa estrazione sociale, aveva chiesto protezione al nobile veneziano Polo Michiel, riparando nella città lagunare. Alcuni mesi dopo, le sue vicende biografiche s’increspavano nuovamente; una nuova fuga verso Torino, con la protetta dell’aristocratico Alvise Contarini «[…] per la compassione ch’avevo alle disgratie della medesima, per i pericoli nei quali io la vedevo, e per le continue e infinite suppliche ch’ella me n’ha fatte.»; il risentimento del Contarini era ben lungi dal placarsi, e la sera del 10 ottobre 1677 Stradella giaceva quasi morto in seguito a un attentato.
Il 1679 avrebbe inaugurato una stagione felice per la produzione artistica stradelliana: il compositore, accolto dall’aristocrazia genovese con immensi onori e «diluvij di gratie», scriveva per l’occasione ben tre nuove opere, che avrebbero riscosso un enorme successo; prima tra loro La Forza dell’Amor Paterno, andata in scena il 10 Novembre 1678: «Alli 10 Novembre passato io messi in palco la prima opera mia in questo teatro di Genova, nominata La Forza dell’Amor paterno, la quale si è recitata con esquisita fortuna quindici volte, e con tanta sodisfatione di questi cavalieri […]». La seconda opera scelta per le rappresentazioni del Gennaio 1679 era una rilettura del fortunato libretto di Nicolò Minato, «[…] Le Gare dell’Amor Eroico, pure opera mia, la quale ha cominciato con fortuna indicibile e segue meglio che mai anco con più concorso, perché dentro il carnevale vengono più gente all’opera, né si può alle volte recitare per lo strepito dell’ applauso[…]».Terza e ultima produzione di quella stagione, era l’originalissima ed esilarante opera Il Trespolo Tutore, intonazione perfetta del capolavoro di Giovanni Cosimo Villifranchi, a sua volta riduzione della commedia Amore è veleno e medicina degl’intelletti overo il Trespolo tutore del geniale commediografo fiorentino Giovanni Battista Ricciardi. Ne scrive il compositore stesso, sempre nella lettera del 27 Gennaio: «Lunedì o martedì metterò in palco la terza opera pur mia, quale si fa questa per un capriccio, perché è un’opera ridicola, ma bellissima, ed è nominata Il Trespolo; e perché qua hanno molto genio alle cose ridicole, credo che farà scoppio infallibilmente.». In una Genova abbagliante di sfarzi e carica di promesse nasce il legame artistico tra Stradella e l’interprete di alcune tra le più belle pagine della sua produzione musicale.
Tracce nascoste
Incerte e lacunose le vicende biografiche di Orrigoni; di probabile origine lombarda, si rintraccia una prima testimonianza della sua attività nel 1677, nel ruolo di Arminio (Modena) e Lucio (Milano), per le rappresentazioni del Germanico sul Reno di Giovanni Legrenzi, su testo di Giulio Cesare Corradi. Il 29 maggio 1677 il cantante è assunto al servizio del Serenissimo Duca di Modena Francesco II D’ Este, con uno stipendio di sei dobloni mensili: la remunerazione più alta mai accordata a un musico nella corte estense in quegli anni, superata solo in seguito dagli emolumenti di Giovanni Francesco Grossi, il leggendario Siface. Orrigoni, durante la sua lunga e prospera carriera (venticinque anni attestati tra il 1677 e il 1702) è interprete principale in alcune tra le più importanti rappresentazioni operistiche del secondo Seicento italiano. Sempre in cast di prim’ordine, accanto ad artisti come il già citato Grossi, Domenico Cecchi, Caterina Angela Botteghi, Lucrezia Pontissi, Angela Cocchi, Francesco De Grandis, Giuseppe Maria Donati, Margherita Salicola. Attivo prevalentemente nei teatri dell’Italia settentrionale, è ingaggiato a Milano, Venezia, Genova, Modena, Bologna, Parma e Reggio Emilia, in drammi musicati da Alessandro Stradella, Giovanni Legrenzi, Marc’Antonio Ziani, Carlo Pallavicino, Domenico Freschi, Alessandro Melani, Carlo Ambrogio Lonati. Le fonti che lo riguardano si fanno più rarefatte dopo il 1690, ma si può supporre che fosse salariato dalla corte di Modena almeno fino al 1702.
The Alessandro Stradella Songbook
Come primo soprano della «compagnia de’ musici», Marc’Antonio Orrigoni aveva interpretato con ogni probabilità i tre ruoli maschili principali nella stagione operistica 1678-79 del Teatro Falcone: Antioco, disposto a impazzire e perdere l’amore pur di non tradire il padre, Muzio, leggendario guerriero votato al sacrificio totale per la causa di Roma, infine Ciro, indimenticabile eroe moderno il quale, grazie al sincero e salvifico amore per Artemisia, cura la propria pazzia e riscatta la sua intera esistenza. Sacrificio, fedeltà, ardimento, insieme con un’appassionata e stravagante vena di follia: queste le corde primarie dei suoi personaggi genovesi, altamente valorizzanti le sue doti attoriali e vocali dalle complesse sfumature. La fortuna del trittico del Falcone era stata il volano per successive commissioni, a Genova come in altri contesti culturali, come ad esempio Modena.
Il 23 febbraio 1681 Goffredo De Marini, aristocratico genovese, scriveva al Duca Francesco II D’ Este, anticipandogli l’arrivo, per mano di Marc’Antonio Orrigoni, della partitura del Trespolo Tutore, con gli auspici di poter condurre Stradella a corte e di poterla far rappresentare a Modena. Il 16 aprile dello stesso anno, nell’Oratorio di San Carlo Rotondo a Modena, viene eseguito quello che sarà probabilmente l’ultimo oratorio del compositore: La Susanna, su testo di Giovanni Battista Giardini, uomo di stato, fine librettista e in seguito segretario privato di Francesco II. La congiuntura artistica di tale debutto è rimarchevole; in quell’anno sono infatti presenti a corte come cantanti stipendiati, oltre all’Orrigoni, Giovanni Francesco Grossi e Giuseppe Maria Donati, detto Il Tintorino o Gioseppino di Baviera: entrambi immersi con Stradella nella fiorente realtà musicale romana e interpreti del San Giovanni Battista nel Giubileo del 1675.
Possiamo ipotizzare, data la mancanza d’informazioni certe, che per la rappresentazione modenese della Susanna Grossi interpretasse il personaggio di Testo, e Orrigoni e Donati quelli sopranili di Susanna o Daniele.
Il Grossi doveva il suo nome d’arte, Siface, al ruolo omonimo nell’opera Scipione Affricano di Francesco Cavalli e Nicolò Minato, ripresa al teatro Tordinona nel 1671, per la quale Stradella aveva composto prologo, intermezzi e balli. All’inizio della sua carriera, infatti, molti erano stati gli incarichi per il fiorente panorama operistico romano: nel 1668 aveva scritto prologo e balli per la rappresentazione romana del Girello (Acciaiuoli-Melani) a Palazzo Colonna in Borgo; nel 1671, oltre agli interventi per il già citato Scipione Affricano, Stradella aveva intonato prologo, balli e arie sostitutive per il Novello Giasone (Minato-Cavalli) e, nel 1672, il prologo del Tito (Beregan-Cesti).
L’immaginario libro d’ariette del Signor Marc’Antonio va componendosi di nuove tessiture, nuovi personaggi si specchiano e rilucono nel cristallo sfaccettato delle sue doti di attore. Tramite e collegamento tra diversi mondi culturali, Orrigoni accompagna Stradella in quella che sarà un’occasione mai più ripetibile: per il suo ultimo oratorio il compositore ritroverà gli anni romani, i fasti di uno spazio festivo sontuoso ed evocativo traboccante di danze, di allusioni al meraviglioso, di allegrezze sfrontate e tangibili.
Ed ecco che Ciro rende grazie all’Amore, nobile elleboro delle nostre anime, intonando, citando, ricordando una danza di tanti anni addietro, una sarabanda del Novello Giasone. Stradella stesso, all’apice delle sue fortune sembra sempre indicarci la strada che conduce a Roma: con la gravitas e la complessità della sua Sinfonia per la Forza dell’Amor Paterno, con la dolcezza di una melodia per il secondo atto delle Gare dell’amor Eroico, un canto ascoltato tra i vicoli, a sera.
Uroboro in un eterno ritorno, Alessandro Stradella si rinnova continuamente senza mai lasciare andare il passato, ricostruendo, da lontano, un paesaggio fisico e sonoro di un mondo mai dimenticato, e troppo presto perduto.
Lucia Adelaide Di Nicola
Roma-Lisbona 2024
Silvia Frigato
Una delle voci italiane più apprezzate in ambito barocco, Silvia Frigato collabora regolarmente con importanti direttori d’orchestra quali John Eliot Gardiner, Daniele Gatti, Philippe Herreweghe, Sigiswald Kuijken Ottavio Dantone, Rinaldo Alessandrini, Fabio Biondi, Andrea De Carlo, Gianluca Capuano, Claudio Cavina, Antonio Florio, , Vaklav Luks, Stefano Montanari, Federico Maria Sardelli. È ospite regolare del Teatro La Fenice di Venezia. Ha al suo attivo diverse incisioni per Arcana/Outhere: “Feo & Manna: Lux in tenebris (Liturgy and Devotion in 18th Century Naples)” con l’ensemble Talenti Vulcanici, ed è presente in due volumi della collezione The Stradella Project, le opere “Il Trespolo Tutore” e “Amare e Fingere”, con Ensemble Mare Nostrum, sotto la direzione di Andrea De Carlo.
Andrea De Carlo
Andrea De Carlo nasce a Roma dove inizia la sua carriera come contrabbassista jazz, diplomandosi in contrabbasso e viola da gamba e conseguendo la laurea in fisica presso l’Università La Sapienza di Roma. Nel 2005 fonda l’Ensemble Mare Nostrum, principalmente dedito alla musica del Barocco romano e in particolare alla musica di Alessandro Stradella. Dopo le prime pluripremiate uscite dell’ensemble, De Carlo crea “The Stradella Project”, raccolta discografica dell’integrale di Alessandro Stradella (ARCANA/OUTHERE) e fonda un Festival di Musica antica dedicato al compositore nepesino. Come direttore, tra le altre, De Carlo ha diretto l’Orchestra Filarmonica Arturo Toscanini di Parma, l’orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova, I Cameristi della Scala di Milano.
Mare Nostrum
L’ensemble Mare Nostrum, ensemble romano fondato e diretto da Andrea De Carlo, è uno degli ensemble barocchi più originali e sorprendenti nel panorama della musica antica, un vero e proprio punto di riferimento per l’interpretazione della musica barocca romana e in particolare delle opere del grande compositore Alessandro Stradella. Dopo i pluripremiati album d’esordio, nel 2013 nasce The Stradella Project, raccolta discografica dedicata all’incisione integrale delle opere di Alessandro Stradella. Tutte le uscite del Progetto Stradella hanno ricevuto un grande successo di critica e apprezzamento internazionale (Diapason découverte, Classique News CD événement, Classic Voice Disco del Mese, Muse baroque Muse d’Argent e altri). Le ricerche innovative di Andrea De Carlo sulla fonetica e sul recitar cantando sono da un decennio oggetto di masterclass, seminari e conferenze e saranno presto pubblicate a stampa.
Reggio Emilia
Padova