-
Chiesa di Santa Caterina da Siena

Luigi Guida, la romanza da salotto

Per lunghi anni la familiarità del pubblico con la figura di Luigi Guida è stata limitata ad angusti contesti liturgici. Mentre il Maestro era ancora in vita le due raccolte dei Mystica godevano di una discreta notorietà e brani come Aurora e O Jesu mi dulcissime – quest’ultimo più volte inciso da Pavarotti – sono entrati a far parte del repertorio liturgico condiviso, a costo di una progressiva corruzione del profilo musicale originario e di un radicale fraintendimento della produzione di Guida, che risulta ben più articolata e complessa di quanto possa sembrare, soprattutto alla luce dei recenti studi che hanno portato alla rivalutazione di materiali musicali inediti e ancora non classificati coerentemente, custoditi prevalentemente nel fondo dei Gesuiti di Napoli (poi trasferito a Roma) e tra le carte di familiari viventi o eredi di amici del Maestro. Il lavoro di sistemazione del fondo ha reso possibile nel 2020 la pubblicazione di un terzo volume di Mystica edito da Armelin, contenente anche musica a carattere popolare e celebrativo, connessa alla devozione dei santi e ad aspetti importanti della vita comunitaria dell’Istituto Pontano alla Conocchia di Napoli o delle comunità parrocchiali campane e molisane frequentate dal Maestro.

Ma le novità sulla produzione di Guida non si limitano alla musica sacra o strettamente liturgica. Ho sempre immaginato che un compositore napoletano per formazione e ‘cuore’ non avrebbe potuto trascurare altri generi e repertori in un contesto vivido come quello della scuola napoletana di inizio Novecento, e difatti il ritrovamento nel fondo dei Gesuiti di un corpus così fecondo di composizioni destinate alla camera o all’espressione teatrale ha confermato il carattere poliedrico e versatile dell’attività del Maestro, sacerdote e docente presso l’Istituto Pontano, ma anche musicista completo, diplomato in Pianoforte e Organo, abilitato all’insegnamento del Canto Corale, a contatto con menti finissime della cultura locale e nazionale – vale la pena ricordare l’avvocato Michelangelo Benevento e la poetessa Ada Negri – e apprezzato in gioventù da Francesco Cilea.

Questo disco è un atto d’amore verso la mia terra, è un omaggio al Maestro, alla sua musica che mi commuove da quando ero bambina. Eternamente grata alla vita per esser nata e cresciuta in una culla di civiltà umana e musicale tanto generosa dedico questa mia prima fatica discografica ai miei genitori, senza il loro supporto il mio desiderio di diventare una cantante lirica sarebbe stato solo un sogno. In particolare a mia madre, che oltre a darmi la vita, me l’ha anche salvata, donandomi il suo canto, trasferendo a me le doti vocali della sua stirpe. Lei è il mio primo e più severo giudice, il mio primo e più appassionato pubblico, è lei che ha ascoltato e ascolta tutti giorni, da sempre, i miei suoni mentre studio, è lei che conosce la mia devozione e il mio cuore, a lei tutto il mio amore.   

Candida Guida


Luigi Guida

Luigi Giovanni Guida nacque l’8 marzo 1883 a Massaquano, frazione di Vico Equense (NA), da Vincenzo Guida, commerciante, e Orsola Imperato. Primo di cinque fratelli, intraprese gli studi letterari sotto la guida di don Gaetano Guida, lontano parente e parroco della parrocchia di Massaquano che, ormai anziano, dedicava il suo tempo libero alla formazione dei giovani indigenti che non potevano permettersi un’istruzione. Incoraggiato da don Gaetano, a dodici anni Luigi entrò nel seminario arcivescovile di Sorrento, frequentando il liceo classico e mostrando particolari attitudini verso la musica. L’arcivescovo mons. Giuseppe Giustiniani apprezzò subito le capacità musicali di Luigi e, alla morte di don Gaetano, fu lui a finanziarne gli studi, chiedendogli in cambio di eseguire buona musica nella Cattedrale di Sorrento.  Il Maestro professò i voti sacerdotali nel 1908 e inaugurò una lunga carriera di insegnante per conto dei padri gesuiti, prima a Vico Equense e poi all’Istituto Pontano alla Conocchia di Napoli, attività che svolse per oltre 40 anni. Il trasferimento a Napoli permise a Luigi di coltivare il suo talento compositivo, diplomandosi col massimo dei voti e la lode in Composizione presso il Conservatorio San Pietro a Majella (1913). Completò la sua formazione conseguendo l’abilitazione al Canto Corale (1915) e i diplomi in Pianoforte (1918) e Organo (1920). La sua attività di compositore fu interamente dedicata all’Istituto Pontano, come Guida stesso dichiarò in una lettera del 1951 indirizzata ai Gesuiti e mai presa in considerazione, per farsi assegnare una liquidazione per spese mediche: Sono stato per quarant’anni maestro di cappella, di canto, di composizione e direttore di esecuzioni…Gli Oratori da me composti esclusivamente per il collegio sono stati moltissimi, senza contare tutte le accademie fatte quasi ogni anno, tutte le rappresentazioni teatrali ed altre funzioni di vero interesse del Collegio… Nel 1922 la casa editrice Fratelli de Martino di Napoli pubblicò il primo volume di canzoni del Maestro, intitolato Mystica. Canzoni alla Vergine e Inni al Sacro Cuore, più volte ristampato (1929, 1940 e 1953), e nel 1932 pubblicò Mystica. Parte seconda – Mottetti. Nel 2020 l’editore Armelin accoglie la proposta di una pubblicazione postuma del volume Mystica. Parte terza – Inni, canzoni e mottetti, a cura di Candida Guida e Francesco Aliberti. Negli ultimi anni della sua vita il Maestro si ritirò a Massaquano, dove si spense il 15 dicembre 1951. Luigi frequentò il Liceo Musicale di Napoli, la scuola fondata da Sigismondo Cesi ed Ernesto Marciano, tra l’altro curatori della celebre Antologia pianistica, e respirò l’aria internazionale di una città che fino a pochi decenni prima aveva ospitato talenti straordinari della scuola di composizione e di pianoforte: Donizetti, Mercadante, Thalberg, Beniamino Cesi. Luigi fu allievo di Antonio Savasta, alfiere della musica da camera e strumentale, maestro tra l’altro del celebre direttore d’orchestra Ottavio Ziino. La genealogia didattica del Savasta risale fino a Francesco Durante – e quindi al nucleo più potente della scuola storica – attraverso maestri del calibro di Nicola D’Arienzo, Vincenzo Fioravanti, Giuseppe Jannacconi. Quest’ultimo in particolare rappresenta l’estremo anello di congiunzione tra la scuola romana e quella napoletana. Fu responsabile della Cappella Giulia succedendo a Zingarelli (a sua volta allievo di Fenaroli e associato con Paisiello alla direzione del Real Collegio di Musica, poi Conservatorio S. Pietro a Majella di Napoli). Florido autore di musica sacra e frequentemente citato da Baini nelle Memorie storico-critiche su Palestrina, Jannacconi fu anche allievo, con Muzio Clementi, di Gaetano Carpani, e maestro a sua volta del noto presbitero, trascrittore e collezionista di musica Fortunato Santini. Esiste un’altra linea genealogica che connette Guida alla scuola napoletana del Settecento, attraverso la mediazione di Giuseppe Cotrufo, che fu allievo degli organisti Filippo Capocci e Remigio Renzi, entrambi discepoli del padre di Filippo, Gaetano Capocci. Quest’ultimo seguì le lezioni dell’organista Sante Pascoli e del compositore Valentino Fioravanti, che a sua volta fu allievo del già citato Jannacconi e di prestigiosi maestri di scuola napoletana, quali Tritto, Insanguine e Fenaroli. È utile sottolineare come il riscatto della musica sacra in Italia sia cominciato silenziosamente attraverso l’attività di organisti e didatti di ambito napoletano e romano, che hanno influito anche sulla formazione di uomini di cultura di prim’ordine: per esempio, Angelo De Santi, uno dei massimi promotori della rinascita della musica sacra in Italia all’epoca di Pio X, nonché fondatore della Scuola Superiore di Musica Sacra, poi Pontificio Istituto di Musica Sacra, fu allievo di Gaetano Capocci, e quindi strettamente legato alla tradizione didattica napoletana. Questa digressione restituisce al lettore una fitta trama di notizie che palesa la ricchezza dell’eredità didattica consegnata al giovane Guida dalla tradizione. Fondamentale, comunque, fu l’esperienza diretta a contatto con i grandi musicisti della Giovane Scuola di area napoletana, in particolare Cilea, da cui fu particolarmente apprezzato. L’espressione musicale di Luigi Guida si colloca a pieno titolo nel movimento ceciliano, che dopo il lungo silenzio della musica sacra nell’Ottocento, dovuto anche alla radicale chiusura della Chiesa nei confronti delle novità, volle rilanciare il rapporto tra liturgia e musica cercando un compromesso con le esigenze espressive contemporanee e accogliendo l’influenza della musica antica e della sua forza spirituale (non dimentichiamo che gli anni di Guida sono gli stessi in cui Respighi, Malipiero e Casella avviano la scoperta della musica del Rinascimento, di Vivaldi e Bach). Lorenzo Perosi, considerato il compositore più rappresentativo nell’ambito del movimento ceciliano, rivolse una peculiare attenzione non solo al repertorio gregoriano, ma anche ad aspetti popolari e sociali, in piena corrispondenza con le aperture culturali e politiche della Chiesa del tempo – si pensi all’enciclica sociale di Leone XIII, la Rerum novarum, al motu proprio sulla musica liturgica Inter pastoralis officii sollicitudines di Pio X, all’esperienza del Partito Popolare di don Luigi Sturzo, per citare gli esempi più rilevanti. In Perosi si attua quella sintesi programmatica tra sobrietà della tradizione e influsso delle istanze musicali contemporanee (con riferimento al verismo e al neomodalismo) che caratterizza anche la parabola creativa di Guida. In quanto sacerdote e rampollo della scuola napoletana, don Luigi fu in grado di elaborare una sintesi vivacissima tra le due istanze che l’Ottocento cattolico aveva fondamentalmente tenuto distanti, la devozione religiosa e l’espressione musicale: la prima solidamente ancorata alla tradizione, la seconda governata dalla vena melodica di impianto cameristico-operistico e corredata da una ricerca armonica orientata al recupero della tavolozza espressiva dei modi antichi. Si può dire che nei Mystica, i due volumi pubblicati da Guida quando era ancora in vita, si profili con evidenza tale varietà di influenze: il primo volume è più popolare, dal respiro più libero e colorito; il secondo più contemplativo e indirizzato alla liturgia. Ciò che contraddistingue la musica di Guida è dunque il suo carattere regionale che, se per un verso sembra limitarne la fortuna all’interno di un circuito ristretto, quello degli autori cosiddetti ‘minori’ della Scuola napoletana, dall’altro invece ne esalta la peculiarità, l’originale legame con le proprie radici, la famiglia, la comunità locale, la terra e il mare, per cui la sintesi operata dal movimento ceciliano in Guida si arricchisce di note di colore tipicamente meridionali. Guida fu a contatto con gli autori della Giovane Scuola di ambito napoletano, Cilea e Leoncavallo, e fu fervido studioso di Mascagni e Puccini: nel fondo dei Gesuiti si sono rinvenute trascrizioni e orchestrazioni di Cavalleria Rusticana, Tosca, Inno a Roma. Tali influenze sono indiscutibili, e si deve pure ammettere che la sobrietà mutuata dagli studi religiosi ha permesso a Guida di calibrare con sapienza le spigolature espressionistiche – a tratti ruspanti – di un certo verismo, in funzione di un maggiore equilibrio tra forma e forza espressiva, sulla scìa di altri compositori dell’epoca, pionieri di un Novecento classicista, quali Zandonai, Respighi, Casella. E tutto questo senza rinunciare alla vena napoletana, quel colore inconfondibile che caratterizza le celebrate canzoni del tempo e particolarmente evidente nelle composizioni da camera del Maestro. A tal proposito si segnala un nutrito gruppo di scene liriche per voce e pianoforte, cui si accostano non solo le liriche da camera – tra le quali è opportuno ricordare Mistica (da non confondere col titolo delle raccolte), che attesta la frequentazione della poesia di Ada Negri, allineando Guida alla sensibilità di Respighi – ma anche alcuni mottetti – Aurora ne è l’emblema – divenuti popolari tra i devoti e che hanno il sapore della melodia napoletana. È doveroso ricordare che l’incontro tra Guida e Ada Negri fu favorito da un’eclettica personalità della cultura sorrentina, Giuseppe De Simone, sacerdote, poeta e uomo di lettere di Vico Equense, conosciuto come don Pinuzzo da Bonea. Questi fu amico di Ada Negri, poetessa che inaugura in Italia un filone di poesia femminile incentrato sulla spiritualità che attraversa il Novecento fino ad Alda Merini (in una lettera di Ada a don Pinuzzo leggiamo che “scrivere è come pregare”, massima pienamente condivisa dallo stesso Guida). Fu probabilmente don Pinuzzo il mediatore di un’amicizia proficua tra la poetessa e il Maestro, che fu segnata anche da momenti di collaborazione creativa: come Tirindelli, alfiere della scuola italiana negli Stati Uniti, anche Guida compose una lirica per canto e pianoforte (proposta tra l’altro in questa incisione) su una pagina assai delicata, Mistica, sul fremito d’amore che cova dietro il senso di pudore di una fanciulla accarezzata da uno sguardo, un fremito in cui eros ed ethos, fisicità e spiritualità, si conciliano in un abbraccio vitale senza timori.

In Guida l’influsso della modalità, che ha orientato una fetta significativa della musica del Novecento, assurge a livelli di straordinaria originalità proprio per la caratterizzazione regionale, partenopea, che intende richiamarsi addirittura ai modi greci. Guida accoglie pienamente le suggestioni della sua epoca, caratterizzata da una fascinosa attrazione per il mondo esotico e mediterraneo (si pensi alle Cinq Mélodies populaires grecques di Ravel) e da espliciti riferimenti al mondo classico (per limitarci al contesto nazionale, citerei le Due liriche di Saffo di Petrassi o i Cinque Frammenti di Saffo di Dallapiccola). Nei suoi Canti greci Guida sperimenta questa prospettiva in un’elaborazione cameristica per voce, arpa e oboe, che nella strumentazione richiama cetra e aulós di arcana memoria e nella struttura melodica la tradizione vocale italiana. Guida ha saputo tessere gli influssi culturali più disparati in una trama artistica fedele alla propria visione della vita, e in tale prospettiva l’esperienza della condivisione coi giovani e l’insegnamento hanno rappresentato un campo privilegiato: buona parte delle composizioni del Maestro, comprendente inni, mottetti, liriche, cantate, salmi e oratori, fu destinata ai suoi alunni dell’Istituto Pontano, talora affiancati da professionisti, come si evince dalla distribuzione delle indicazioni vocali e delle tessiture in partitura. La presente registrazione intende restituire all’ascoltatore un profilo esaustivo della figura di Guida, che fu musicista completo, non ritirato in un provincialismo sterile. Si può immaginare con quale sorpresa si siano reperite nel fondo dei Gesuiti composizioni vocali da camera, sintonizzate al gusto corrente e dal respiro a tratti operistico: esse evocano le sonorità del verismo musicale italiano, in particolare Mascagni e Puccini, per quanto Guida, avendo vissuto ai margini dell’esperienza melodrammatica italiana, fu in grado di attingere silenziosamente ad altre ispirazioni, come il Novecento classicista, mai rinunciando alla scioltezza e alla freschezza della vena melodica napoletana.


Note di sala a cura di Francesco Alberti e Candida Guida

Per lunghi anni la familiarità del pubblico con la figura di Luigi Guida è stata limitata ad angusti contesti liturgici. Mentre il Maestro era ancora in vita le due raccolte dei Mystica godevano di una discreta notorietà e brani come Aurora e O Jesu mi dulcissime – quest’ultimo più volte inciso da Pavarotti – sono entrati a far parte del repertorio liturgico condiviso, a costo di una progressiva corruzione del profilo musicale originario e di un radicale fraintendimento della produzione di Guida, che risulta ben più articolata e complessa di quanto possa sembrare, soprattutto alla luce dei recenti studi che hanno portato alla rivalutazione di materiali musicali inediti e ancora non classificati coerentemente, custoditi prevalentemente nel fondo dei Gesuiti di Napoli (poi trasferito a Roma) e tra le carte di familiari viventi o eredi di amici del Maestro. Il lavoro di sistemazione del fondo ha reso possibile nel 2020 la pubblicazione di un terzo volume di Mystica edito da Armelin, contenente anche musica a carattere popolare e celebrativo, connessa alla devozione dei santi e ad aspetti importanti della vita comunitaria dell’Istituto Pontano alla Conocchia di Napoli o delle comunità parrocchiali campane e molisane frequentate dal Maestro. Ma le novità sulla produzione di Guida non si limitano alla musica sacra o strettamente liturgica. Ho sempre immaginato che un compositore napoletano per formazione e ‘cuore’ non avrebbe potuto trascurare altri generi e repertori in un contesto vivido come quello della scuola napoletana di inizio Novecento, e difatti il ritrovamento nel fondo dei Gesuiti di un corpus così fecondo di composizioni destinate alla camera o all’espressione teatrale ha confermato il carattere poliedrico e versatile dell’attività del Maestro, sacerdote e docente presso l’Istituto Pontano, ma anche musicista completo, diplomato in Pianoforte e Organo, abilitato all’insegnamento del Canto Corale, a contatto con menti finissime della cultura locale e nazionale – vale la pena ricordare l’avvocato Michelangelo Benevento e la poetessa Ada Negri – e apprezzato in gioventù da Francesco Cilea. Tra i brani inediti spicca Vieni, tratto dall’operetta Il Flaviano, una canzone napoletana nello spirito e dal trascinante impulso ritmico, che attesta la sorprendente frequentazione di un genere inusuale per un sacerdote dedito all’insegnamento e all’educazione cristiana attraverso la musica. Anche le scene liriche rivelano l’interesse del Maestro per il gesto fortemente comunicativo del teatro: non si tratta di melodramma, ma di musica di carattere drammatico che conserva un’affinità con la musica da camera, alla maniera dell’antico madrigale rappresentativo, composta all’insegna dello spirito ‘espressionista’ del verismo, corredata di regia e messa in scena. Tra le scene liriche inedite si propongono estratti da Rolando e Isora e Primavera di un’anima. Dalla prima è tratta l’aria Egli è laggiù sul mare, che evoca le liriche di Tosti e le orchestrazioni del melodramma, con parti cantabili nella tessitura medio-grave e tremoli tipici della scrittura per archi. Da Primavera di un’anima è tratto il brano Nel cor commosso un palpito, nel quale Guida sintetizza felicemente atteggiamenti espressivi provenienti dell’opera lirica: il fremito d’amore espresso dal sincopato rimanda alle più commuoventi pagine pucciniane, terzine e arpeggi richiamano con antica forza retorica il fuoco d’amore, mentre il sorridi o cielo! accosta l’amore alla preghiera, in continuità con la forza espressiva del Verdi più profondo. Meno ambiziose ma oltremodo significative sono le arie da camera del Maestro, che complessivamente condividono con la musica liturgica un’atmosfera di composta semplicità, pur celando passioni a tratti contrastanti, tra intimità e forza espressiva. Il gesto palesemente teatrale delle scene liriche orienta molte scelte compositive, come nell’appassionata canzone Vieni con me, approdando a un livello di tragica intensità in Mamma. Canzonetta marina è un affascinante stornello che richiama la fresca vocalità delle barcarole napoletane, senza rinunciare nell’accompagnamento pianistico alle finezze della chanson francese. Mai più è un cammeo epigrammatico che evoca, attraverso atmosfere pallide e notturne, il senso di un’attesa insoddisfatta, un bisogno d’affetto che la vita forse non potrà mai colmare. Nenia lunare è un titolo decisamente moderno che rivela singolare eccentricità: e in effetti si riferisce a una composizione che, pur cominciando a mo’ di sognante barcarola, si evolve in un’espressione onirica – a volte oscura – di un amore che travolge e infiamma. Chi amo? Amo le stelle non solo rivela i tratti della canzone napoletana, ma attesta scelte accurate dei testi da parte del compositore, con una particolare attrazione verso la sensibilità femminile, che pure riscontriamo in Mistica, su testo della già citata Ada Negri, e in Sera, in cui lo stile narrativo si scioglie in un canto dispiegato col caratteristico impiego di tessiture più gravi nel declamato melodico. È doveroso rammentare l’autrice del testo: Romana Rampato, insegnante, autrice di testi grammaticali e antologici, poetessa, voce discreta ma esemplare della tradizione didattica italiana. Accanto ai brani inediti, si è pensato di restituire alla fruizione degli ascoltatori alcune pagine mai eseguite in tempi moderni e tratte dal recente volume Mystica – Parte III, come Serenata alla Vergine, su testo di Padre D’Aria e Salve Regina, oltre ad alcuni celebri brani pubblicati in vita dal Maestro, tra cui spicca Aurora, finalmente liberata dalle mortificanti abitudini esecutive spesso ricorrenti nella prassi liturgica. 

 


Candida Guida

Nata a Vico Equense (Na), si è diplomata con il massimo dei voti e la lode al Conservatorio di Salerno. Per anni ha partecipato regolarmente alle masterclass tenute da Raina Kabaivanska all’Accademia Chigiana di Siena e alla Nuova Università Bulgara di Sofia. Ha studiato inoltre con Bernadette Manca di Nissa sempre all’Accademia Chigiana e ha frequentato i corsi di alto perfezionamento al Mozarteum di Salisburgo nella classe di Marjana Lipovšek. Con Sara Mingardo ha partecipato alle masterclass della “Pietà dei Turchini” a Napoli. Nel 2008 ha conseguito il diploma accademico di secondo livello in canto, sotto la guida di Raina Kabaivanska, presso l’Istituto “Orazio Vecchi” di Modena e nel 2012 si è laureata con Antonio Florio in prassi esecutiva del canto barocco presso il Conservatorio “San Pietro a Majella” di Napoli. Tra i concorsi vinti ricordiamo il primo premio al concorso internazionale “Francesco Albanese” nel 2010, nello stesso anno il primo premio al concorso “Belvedere di San Leucio” e finalista al concorso barocco “Francesco Maria Ruspoli” nel 2015. Vincitrice del concorso Fatima Terzo 2016 e terza classificata allo Jole de Maria nel 2016. Nel 2018 è finalista del Concorso Toti dal Monte. Come allieva effettiva dell’accademia Rossiniana diretta da Alberto Zedda ha partecipato alla produzione del Viaggio a Reims. Tra i ruoli di opera, Orfeo in Orfeo ed Euridice di Gluck al Real Giardino di Capodimonte (Napoli), successivamente Isabella ne L’Italiana in Algeri di Gioacchino Rossini al Teatro di Piacenza e Marcellina ne Le Nozze di Figaro con As.Li.Co e con le settimane musicali di Vicenza al Teatro Olimpico con la direzione di Titta Rigon. Al Festival Internazionale della Valle d’Itria è stata Una Donna Ferita nell’opera Nur, Canzade nella Donna Serpente di Casella diretta da Fabio Luisi, La Signora Noè nel Il diluvio di Noè di Britten, Maria di Venosa di Francesco D’Avalos, Aristeo ne L’Orfeo di Luigi Rossi e Foresto nell’Ambizione delusa di Leonardo Leo. È stata inoltre ospite del Bellini Festival di Catania con il ruolo di Nerestano in Zaira e come contralto solista in Messa in sol minore. In concerto ha cantato il GloriaMagnificat e lo Stabat Mater di Vivaldi, la Missa Cellensis di Haydn, il Salve Regina e lo Stabat Mater di Pergolesi, lo Stabat Mater di Antonio Bononcini e i mottetti sacri di Leonardo Leo. Nella stagione 2013/14 debutta in una produzione del Teatro Massimo di Palermo, al Nuovo Teatro Montevergini nello spettacolo La Carovana volante, un progetto intorno Rossini, e la Compagnia dei pazzerelli. Al Teatro San Carlo di Napoli ha eseguito come contralto solista nel 2017 il Requiem di Panariello in occasione del “Giorno della memoria”, e nel 2015 Tisbe nella Cenerentola di Rossini diretta da Gabriele Ferro con la regia di Paul Currar. Nel 2015 debutta al Maggio Musicale Fiorentino nel ruolo della Sorceress in Didone ed Enea diretta da Stefano Montanari per la regia di Marina Bianchi. Nello stesso anno debutta al teatro sperimentale di Spoleto con la direzione di Marco Angius e la regia dei RICCI/FORTE in “A Christmas Eve”. Nel 2016 è Flora nella Traviata. Debutta come Bradamante nell’Alcina di Haendel a Biel-Solothurn, (dir. Trinca, Gonzalvo, von Pfeil), Ulrica in Un Ballo in Maschera a Spoleto con la direzione di Marco Angius e la regia di Stefano Monti e al Teatro Verdi di Pisa è stata Zita in Gianni Schicchi. Nella stagione 2017/18 Candida interpreta con successo Marta in Iolanda, diretta da Dieter Kaegi e Alexander Mikhailovich Anissimov all’Opera di  Biel Solothurn, e Farnace in Mitridate nello stesso teatro, con direzione di Predrag Costa e Francesco Bellotto  con grandi apprezzamenti. Diversi concerti intorno delle opere di Stradella, Haendel, Vivaldi, con l’Ensemble Mare Nostrum. È Mercèdes nella produzione Carmen del San Carlo di Napoli, in settembre 2018 a Bangkok con direzione di Zubin Mehta, tra vari appuntamenti artistici nella stessa stagione È  invitata dall’Haendel  Festspiele  di  Halle  nel  2020  per  un  récital solistico  su  un  programma  di  arie  per  contralto  e  cantate  accanto al grande bandoneonista, compositore e arrangiatore Marcelo Nisinman. Tra gennaio e marzo 2019 incarna il ruolo principale di Marquise of Merteuil in Les Liaisons dangereuses, un Pastiche al Teatro di Biel-Solothurn in Svizzera intorno principali opere  di Vivaldi (da Orlando, Teuzzone, Atenaide, ..) con Opera2day e ben 27 rappresentazioni nei Paesi Bassi (Utrecht, Den Haag, Tilburg, Deventer, Groningen, Eindhoven etc..), repertorio per contralto rivisitato da Vanni Moretto e con la direzione di H. Schvartzman e S. van Veggel. Candida interpreta gli Intermedi della Pellegrina al Maggio Musicale Fiorentino nella primavera 2019 con direzione di F. M. Sardelli, Sorceress in Dido & Aeneas al Luglio Musicale Trapanese in estate e nuovamente Flora/Traviata al San Carlo di Napoli in autunno.  Sempre nella stagione 2019/20 esegue il ruolo di Bradamante in Alcina di Handel all’Opera di Bremen in Germania. Nel 2021 è stata Lucrezia nella Lucrezia di Britten, per lo Sperimentale di Spoleto. La stagione prossima sarà Wowkle in Fanciulla del West nei Teatri di Brescia, Como, Pavia, Cremona, con la direzione di Valerio Galli e la regia di Andrea Cigni, tra altre nuove produzioni su diversi repertori, nonché la ripresa di Les Liaisons dangeureses de Vivaldi/Moretto à Biel nel 2022 nel ruolo della Marquise de Merteuil. Sempre nel 2022 sarà impegnata con l’ansanble il Divino Sospiro in vari festival Europei. Candida debutta il ruolo di Tancredi in Tancredi/Rossini nell’autunno 2022 à Biel.


Eufemia Manfredi

Ha studiato presso il Conservatorio di Musica “N. Piccini” di Bari diplomandosi
nel 2014 con votazione 10/10 e conseguendo la laurea di Il livello in Pianoforte Solistico nel 2018con votazione 110 lode/110, sotto la guida del M° Gregorio Goffredo. Ha frequentato masterclasses di pianoforte con docenti quali Michele Marvulli, Emanuele Arciuli e di maestro collaboratore con Vincent Scalera e Michele D’Elia, spaziando anche nel jazz con i maestri Antonio Ciacca e Simone Graziano nei seminari estivi di Siena Jazz. Ha partecipato con ottimi risultati a vari concorsi nazionali ed ha tenuto concerti da solista e in formazione cameristica per varie associazioni in Italia come la Camerata Musicale Barese, il Parnaso delle Muse e per l’Accademia “Andalusia Musica” di Siviglia.
Ha preso parte per il Conservatorio “N. Piccinni” alla Il e alla IV edizione del progetto “Il Pianista Contemporaneo” e alla rassegna “Oltre Gershwin. Gli 80 anni del grande Nikolai Kapustin” presso l’ Auditorium “Nino Rota”
Ha partecipato come Maestro Collaboratore al pianoforte presso Vallo della Lucania (SA) in occasione del “Musicampus Vallo della Lucania 2018” e presso l’auditorium Verti dell’ISSM Vecchi-Tonelli di Modena in occasione della Masterclass di Canto Lirico del M°Leone Magiera.
Ha collaborato come Maestro Collaboratore con la Camerata Musicale del Gentile nei tour del 2019/2020/2021 nelle produzioni di: “Le Nozze di Figaro” di W.A.Mozart; “Don Pasquale” di G. Donizetti; “La Serva Padrona” di G.B.Pergolesi; “Il segreto di Susanna” di E.W.Ferrari e “The Telephone” di G. Menotti; “Cavalleria Rusticana” di P. Mascagni e *Pagliacci” di R. Leoncavallo, le
ulime, sotto la direzione del M° Lorenzo Sbaffi. Ha partecipato come Maestro Collaboratore alle produzioni di “Dido and Aeneas” di H. Purcell sotto la direzione del M°Sollazzo e di “Werther” di J. Massenet sotto la direzione del M°Pasqualetti presso il Teatro comunale “Luciano Pavarotti” di Modena.
Ha studiato come Maestro collaboratore presso la Puccini Academy di Torre del Lago nello scorso giugno, con il M° Silvia Gasperini e il M° Massimo lannone, prendendo parte alle masterclass del M° Marco Voleri e della M° Renata Scotto.
Ha collaborato con l’Istituto Italiano di Cultura Tel Aviv in collaborazione con la Jerusalem Lyric Opera Studio&Festival 2021 in qualità di Maestro Collaboratore e Accompagnatore al Pianoforte nell’opera “L’Elisir d’amore” di G. Donizetti presso YMCA di Gerusalemme, dall’11 al 23 Luglio 2021.
Nel mese di Novembre’21 ha collaborato con il Teatro Municipale di Piacenza come Maestro Collaboratore per la produzione di “Norma” di V. Bellini, sotto la direzione del M° Quatrini.

Hai bisogno di informazioni?

Contattaci

Reggio Emilia

Padova

Iscriviti alla Newsletter