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Gallerie D'Italia - Palazzo Zevallos Stigliano di Napoli

“Napoletani prima… o poi” – Un viaggio tra i virtuosi di Napoli

 

Marginale appare, nel contesto partenopeo Sei-Settecentesco l’interesse per la letteratura strumentale eppure lentamente va acquisendosi un notevole patrimonio che lascia intravedere una realtà artistica molto più articolata, non solo ossessionata dalla scena musicale ma affascinata dal diletto sonoro in tutte le sue multiformi manifestazioni.
La letteratura strumentale, fiorita in seno all’invitta “scuola”, trova proprio nelle gallerie e nei saloni partenopei la propria giustificazione, avvalorata, soprattutto, dalla predisposizione e predilezione mostrata, per gli strumenti, da diversi nobili “virtuosi”. Il principe della Riccia, il principe di Torella, il duca Serra di Cassano, il duca di Spezzano per citarne soltanto alcuni.
La letteratura strumentale ideata a Napoli ha una cifra del tutto originale fondata su
rassicuranti moduli formali e ardite soluzioni che non disdegnano stilemi alla “francese” o all’“italiana” e mescolanze inusitate; il colore “napoletano” si fonda su strategie armoniche fortemente connotative nonché su moduli ritmici e melodici di chiara ascendenza teatrale, opportune danze e squarci “severi” completano gli ingredienti adoperati in queste inarrestabili fucine armoniche da artigiani baciati dal genio o muniti di una solida professionalità. Tempi di danza si susseguono, variamente, nelle composizioni in cui si miscelano sapientemente brillanti passaggi virtuosistici contrassegnati da un variegato prontuario di volatine, rapide successioni di terzine di biscrome, arpeggi e arguti automatismi tra un campionario di progressioni, imitazioni, sincopati e suggestive soluzioni armoniche.
Reminiscenze “veneziane” e rimembranze sacre – che poi non erano quelle che
s’incontravano anche negli spazi teatrali in un raffinato gioco di contaminazioni senza
attendibile paternità? – sono talvolta presenti in questo repertorio. All’amalgama di questi sfaccettati materiali, gli autori pervengono attraverso un indiscussa sapienza alchemica dove anche la pagina destinata all’uso effimero del genere usa-e-getta ha la sua dignità e la sua fugace bellezza. La costruzione melodica, al di là di possibili riferimenti velati o rivelati, è pressoché sempre concepita con notevole bravura e basterebbero i temi architettati per i movimenti lenti per avvalorare tale ipotesi.
“Naturalezza” e “semplicità” sono gli attributi – o meglio i trabocchetti di una
“sprezzatura” arditissima – che di sovente accompagnano la musica “napoletana”,
requisiti mai smentiti da generazioni di artisti consapevolmente compiaciuti di essere
salvaguardati da queste “allegorie” destinate a proteggere una sofisticata disciplina,
rigorosa e ferrea.
La figura di Domenico Gallo è traghettata nella “storia” maggiore dall’errata attribuzione di sue musiche all’astro pergolesiano. L’equivoco perdurato sino al Novecento gli è valsa una notorietà inaspettata, il recupero stravinskyano sottoposto a una curiosità filologica ha fatto emergere il suo nome e un interesse per la sua misteriosa attività. Tuttora dall’incerta “patria”, alcuni lo vogliono nativo della Serenissima, e dalla sconosciuta formazione, sebbene segnalato come figlio di quella trionfante “scuola” partenopea, s’impone all’attenzione degli ascoltatori per l’equilibrata e fascinosa scrittura tutta tesa a rassicurare i fruitori attraverso stilemi ricorrenti e contemporaneamente a stupirli per delle scelte stilistiche insolite. Angelo Ragazzi, formatosi al Conservatorio di Sant’Onofrio e divenuto celebre alla corte di Vienna e in Spagna, è altro musicista tutto da scoprire e rivalutare per la ricchezza ed originalità della cifra stilistica.

Paolo Maione


Catherine Jones

Ha iniziato la sua carriera come violoncellista moderna in Australia, ma dopo aver ricevuto una borsa di studio post-laurea si è trasferita a L’Aia per seguire la sua passione per la musica barocca e la performance storicamente informata. Dopo quattro anni di lezioni specializzate con Jaap ter Linden al Royal Conservatorium ha ricevuto il suo Diploma in violoncello barocco e classico.

Ha lavorato e registrato ampiamente con ensemble di fama internazionale; The Amsterdam Baroque Orchestra, The Academy of Ancient Music, Il Complesso Barocco, Concerto Copenhagen, La Scintilla, I Barocchisti, Il Pomo D’Oro. In Europa si esibisce regolarmente con prestigiosi artisti internazionali come William Carter ed Enrico Baiano e ha tenuto recitals nell’Utrecht Early Music Festival (NL), Urbino Early Music Festival (IT), International Baroque Festival di Valletta (Malta), Festival de Musica Veche di Timisoara (Romania), Trigonale Festival der Alten Musik (Austria).


Stefano Demicheli

È il direttore musicale di Talenti Vulcanici fin dalla sua nascita. Allievo di Ottavio Dantone, fin dagli anni in cui era ancora studente inizia con lui uno stretto rapporto che lo porta ben presto a collaborare con Accademia Bizantina.
Ha fondato Dolce & Tempesta nel 2004 ed è stato direttore dell’Academia 1750, invitato come artista residente per molti anni al Festival de Músiques de Torroella de Montgri (Barcellona).

È stato invitato ad esibirsi con molti ensemble in tutta Europa, USA e Canada, tra cui Giardino Armonico, Freiburger Barockorchester, Concerto Köln e Tafel Musik. Per molti anni è stato assistente di René Jacobs.
Ha registrato decine di dischi per diverse case discografiche ed è stato ospite di numerose trasmissioni televisive per vari canali Rai. Nel 2018 Decca UK ha pubblicato una registrazione de L’Arte della Fuga di J.S. Bach, dove appare come solista. Come insegnante tiene regolarmente corsi di perfezionamento in tutto il mondo, tra cui il Conservatorio McGill di Montreal e per molti anni presso i Corsi di Musica Antica di Urbino.


Ensemble Talenti Vulcanici

Talenti Vulcanici è un progetto in cui la Fondazione Pietà de’ Turchini ha indirizzato, negli ultimi anni, le proprie energie migliori per la realizzazione di un progetto volto a formare e a promuovere talenti musicali di più giovane generazione. Oltre all’entusiasmo di mettere a disposizione di giovani eccellenze l’esperienza e i contatti per dare forma alle loro aspirazioni, questo progetto offre a chi vi prende parte l’opportunità di scoprire l’universo culturale di Napoli, di cercarne le armonie e le incredibili suggestioni tra le pieghe delle sue enormi contraddizioni, di appropriarsi, divenendo ambasciatori, della sua gloriosa e inesauribile storia musicale. L’ensemble, regolarmente coinvolto a Napoli in occasione delle stagioni concertistiche della Fondazione Pietà de’ Turchini, ha richiamato l’interesse di istituzioni quali la Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi, Concerti del Quirinale (organizzata da Rai Radio 3 alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella), Accademia Musica Antica Milano, Festival Muse Salentine, Festival Barocco Alessandro Stradella,Stockholm Early Music Festival, che hanno voluto l’orchestra nel proprio cartellone. Tutti i CD sono stati pubblicati dall’etichetta discografica franceseArcana(Outhere) in una collana editoriale, impreziosita dalle opere diMimmo Jodice, dedicata a Napoli e al suo patrimonio musicale raro e inedito.

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